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La tua emozione sentinella

LA DEPRESSIONE

Cos'è la Depressione?

Si è definita la depressione come una tendenza all’autocommiserazione (rattristarsi per la propria sorte), una collera continua, la perdita della capacità di agire o un meccanismo di difesa che serve ad evitare i conflitti.

La depressione colpisce la persona nella sua completezza, compresi l’umore, i pensieri ed i comportamenti. Essa causa un’incapacità, parziale o totale, a reagire agli stimoli esterni. Influisce sulla nostra alimentazione e sul sonno, sulla percezione di noi stessi e sul nostro modo di pensare. La nostra riuscita nel lavoro, il nostro aspetto e la nostra maniera di reagire alle pressioni della vita quotidiana sono pure influenzate dalla depressione.

Possiamo sentirci continuamente tristi e piangere sovente, senza conoscere il motivo. La depressione ci fa perdere il senso dell’umorismo e le pulsioni sessuali. Possiamo essere incapaci di provare gioia, di prendere decisioni o di concentrarci. Abbiamo perdite di memoria, possiamo provare ansia, collera, irritazione, apatia, un senso di vuoto interiore, di colpevolezza, un sentimento d’impotenza e di disperazione.

Perchè diventiamo depressi?

Non esprimere i nostri sentimenti, in particolare la collera, può spiegare la nostra sofferenza. Non accettiamo né ciò che siamo, né la nostra situazione, il nostro passato e i nostri errori. La nostra depressione è il meccanismo di difesa che utilizziamo per non affrontare i conflitti.

Gli Emotivi Anonimi possono aiutarci

La depressione può condurci ad una seria crisi emotiva, e noi cominciamo allora a frequentare le riunioni EA.  Molta gente che incontriamo alle riunioni prova dei sintomi depressivi una, più o innumerevoli volte. Noi ci sentiamo veramente miserabili quando siamo in uno stato di depressione. Crediamo che questo ci aiuti ad esprimere meglio tutti i nostri problemi alle riunioni.

Scopriremo tuttavia che le riunioni EA non sono un’occasione per ricordare continuamente le nostre misere insonnie, ma un luogo nel quale impariamo a trovare degli strumenti per funzionare meglio nella vita. Concentrandoci sulla soluzione piuttosto che sul problema, troveremo I’aiuto che ci occorre.

D‘altra parte, possiamo essere talmente schiacciati dalla depressione da essere appena in grado di parlare alle riunioni.

La tua emozione sentinella

LA COLLERA

Cos'è la Collera?

La collera è una delle nostre emozioni originarie che comprende estrema disapprovazione, ostilità, indignazione ed esasperazione rivolte contro qualcuno o qualcosa. Sinonimi sono l’ira, il furore, la rabbia, il corruccio e il rancore. 

Il sentimento di collera è probabilmente per molti di noi parecchio difficile da esprimere. Alcuni di noi possono addirittura reagire mostrando rabbia di continuo. Depressione, pressione alta, emicrania, ulcera e insonnia sono alcuni dei sintomi fisici che possono manifestarsi se non riusciamo a gestire le situazioni che ci provocano rabbia.

Anche i nostri rapporti con gli altri ne soffrono. Non meno importante è l’influenza che la collera ha sulla nostra autostima. Non ci sentiamo bene con noi stessi se, consapevoli o no, ci portiamo dentro collera od ostilità non elaborate.

Alcuni di noi provano raramente la collera durante le loro attività quotidiane. Probabilmente da piccoli non ci è stato permesso di esprimerla. Allo scopo di piacere agli adulti abbiamo imparato presto a reprimere la nostra collera o a non manifestarla apertamente, per evitare critiche. Col tempo non abbiamo forse neppure più sentito l’ira che cresceva dentro di noi, abbiamo imparato a rinnegare la sua esistenza.  

Ci limitavamo ad accettare le condizioni di vita così com’erano, senza prenderci cura delle nostre emozioni in modo adeguato. Se non esprimiamo apertamente la nostra collera, la reprimiamo ed essa si accumula dentro di noi. Allora possono manifestarsi i sintomi fisici di cui abbiamo parlato. Alcuni fanno abuso di medicinali o tendono a mangiare in modo compulsivo per compensare i sentimenti di collera mal sopportati. L’ira repressa si può accumulare fino a farci diventare una bomba ed esplodere emozionalmente.

Gli Emotivi Anonimi possono aiutarci

Emotivi Anonimi ci può aiutare non soltanto a prendere consapevolezza delle nostre emozioni di collera, ma anche ad esprimerla in un modo sano e adeguato. Se parteciperemo alle riunioni sentiremo come gli altri mettono in pratica questi principi spirituali nelle loro attività quotidiane. Instaureremo un contatto sempre più equilibrato con noi stessi e con le nostre emozioni. Impareremo che la collera ha origine spesso dalla frustrazione causata dagli altri o dalla nostra stessa situazione.

Con l’aiuto di EA impareremo ad accettare le cose che non possiamo cambiare, e tenteremo di cambiare solo quelle che possiamo. Iniziamo più velocemente ad accorgerci quando siamo arrabbiati o offesi.    Diventiamo consapevoli delle nostre vere emozioni. Quando la nostra fede nel Potere Superiore cresce, chiediamo aiuto, guida e forza per poter gestire certe situazioni. La nostra autostima aumenta ed iniziamo ad avere più coraggio.

La 10° Promessa si compie per noi poiché possiamo iniziare ad agire intuitivamente in quelle situazioni che altrimenti ci sconforterebbero.

Con il programma EA impariamo che i sentimenti non sono né buoni né cattivi. Sono e basta. Essi ci aiutano a riconoscere quando abbiamo bisogno di agire o reagire per il nostro bene in una data situazione… Diventando più abili in questo nuovo modo di sperimentare collera e risentimento, ci permettiamo di provare i nostri sentimenti concedendo alla loro espressione un periodo di tempo adeguato.

Prima di agire in una data situazione è utile parlare con una persona non coinvolta.

Ci assumiamo la responsabilità per le nostre emozioni senza negarle o reprimerle. Impariamo che non è la rabbia il problema, ma il modo in cui noi la gestiamo. Se non prestiamo attenzione a queste emozioni, la collera e l’indignazione possono portarci a mettere in atto comportamenti distruttivi.

Se noi le gestiamo in modo adeguato, esse possono aiutarci a sentirci meglio. Un risultato tangibile sono le relazioni che migliorano. Il regalo inestimabile della serenità che percepiamo negli altri e di cui leggiamo nei nostri libri si realizza anche per noi.

Preghiera della Serenità

Signore, concedimi la serenità di accettare

le cose che non posso cambiare,

il coraggio di cambiare quelle che posso,

e la saggezza di conoscerne la differenza.

 

Dammi la pazienza per i cambiamenti

che richiedono tempo,

la gratitudine per tutto ciò che ho,

la tolleranza per coloro che sono differenti

e la forza di rialzarmi e di tentare ancora,

solo per oggi.

La tua emozione sentinella

L'AUTOSTIMA

Cos'é l'autostima?

Molte persone che cominciano ad assistere alle riunioni degli Emotivi Anonimi hanno una caratteristica comune: una debole autostima. Forse non ci rendiamo neppure conto che questo sentimento di inadeguatezza è spesso mascherato da sintomi quali la depressione, la paura o la collera.

Noi sentiamo che non riusciamo ad agire secondo criteri impossibili da raggiungere e che ci siamo fissati da soli. Siamo vittime di abitudini di pensiero che iniziano tutte con la formula “lo dovrei..”. Il problema con queste abitudini è che esse divengono armi nella guerra che combattiamo contro noi stessi.

“lo dovrei riuscire a cavarmela in qualsiasi situazione.“

“lo non dovrei commettere errori.”

“Io dovrei essere il migliore in tutto ciò che intraprendo.”

“lo dovrei avere una risposta per tutto. “

“lo dovrei essere capace di rendere felice tutta la gente intorno a me.”

“Io dovrei sempre dire o fare la cosa giusta.”

Allorché non riusciamo a raggiungere questi obiettivi irrealistici, noi “dimostriamo” a noi stessi una volta di più che non valiamo niente e che non meritiamo di essere felici.

Possiamo cercare un soccorso nei farmaci, nel cibo, nell’alcool, nel denaro, nel sesso, nel lavoro, nel sonno ecc… per non soffrire nel guardare noi stessi. Possiamo metterci una maschera affinché gli altri non scoprano la terribile verità su di noi.

Ciò ci mantiene in uno stato costante di tensione, di timore che gli altri si rendano conto di chi noi siamo.

Temiamo che, avendo scoperto chi noi siamo, essi provino per noi quello stesso disprezzo che noi sentiamo nei nostri confronti.

Allo scopo di difenderci contro la nostra propria sensazione d’inferiorità e poiché non possiamo accettare le nostre proprie imperfezioni, ci mettiamo alla ricerca di imperfezioni negli altri. In questo modo troveremo un terreno nel quale sentirci superiori. Potremo costantemente giudicare il nostro prossimo e trovarlo inadeguato. La nostra ossessiva ricerca di difetti negli altri può crearci problemi nelle relazioni.

La nostra concezione dell’accettazione di noi stessi è sempre stata posta sotto condizione: se io controllerò le mie emozioni, se io guadagnerò più soldi, se aumenterò o no il mio peso, se tale o talaltra persona mi amerà… allora io sarò degno di essere accettato. Se anche riuscissimo in un campo della nostra vita, ne troveremmo sempre altri nei quali sentirci inadeguati.

Quando scopriamo di essere compresi e accettati negli EA, possiamo, per la prima volta nella nostra vita, cominciare ad accettare noi stessi ed essere sinceri verso noi e gli altri. Non ci sentiamo più diversi o soli. Capiamo che siamo accettati ed amati dal nostro Potere Superiore e dagli altri per come siamo, senza dover dimostrare di essere perfetti. L’accettazione di sé per come si è oggi è la chiave per migliorare la propria autostima.

E’ paradossale che, dal momento in cui ci accettiamo per come siamo, noi diventiamo liberi e capaci di crescere e cambiare. Se invece continuiamo a ripeterci che non valiamo niente, abbiamo una scusa per non cambiare. Ma se siamo consapevoli del nostro valore personale, diventiamo liberi di cercare ciò che è buono in noi e negli altrie possiamo diventare persone che crescono.

Possiamo diventare responsabili di noi stessi ed accettare i nostri errori come parte della nostra umanità. Non ci sentiamo più obbligati a giudicare gli altri con gli stessi rigidi criteri che avevamo applicato su noi stessi. Le nostre relazioni miglioreranno.

Il Programma EA dice che noi possiamo scegliere cosa credere su noi stessi. Per anni abbiamo creduto in qualsiasi pensiero negativo che riguardasse la nostra autostima. Ora possiamo fare ammenda diventando consapevoli del nostro valore e concentrandoci sui nostri aspetti positivi.

Perdoniamo a noi stessi i nostri errori, facciamo ammenda verso noi stessi se necessario e ci concediamo il permesso di vivere come degli esseri umani, e quindi imperfetti. Con l’aiuto del nostro Potere Superiore e del Programma EA, impariamo a trattarci con dolcezza.

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L' AMORE

Cos'é l'Amore?

L’amore ha molte definizioni e, se chiediamo ad altre persone di definirlo, riceveremo una grande varietà di risposte. Forse l’amore è un sentimento così individuale che si esprime in una moltitudine di modi. L’amore è qualcosa che tutti cerchiamo e di cui tutti abbiamo bisogno, in una forma o nell’altra, ma sembra eluderci costantemente fino a quando non lo troviamo dentro di noi.

Molti di noi fanno l’errore di desiderare l’amore, senza mai darlo ad altri. Alcuni di noi sono convinti che se ricevono sufficiente amore, tutti i problemi della vita saranno risolti e noi saremo felici. Così si sposta la responsabilità per la nostra felicità su altri. Abbiamo bisogno che gli altri ci amino perché non possiamo amare noi stessi. Se non siamo felici crediamo che la ragione sia l’amore negato. Possiamo anche provare rancore per quelli che crediamo ci neghino il loro amore.

Nella nostra frustrazione potremmo provare a manipolare gli altri ad amarci, cercando di renderli felici. Potremmo provare a renderli dipendenti da noi. Siamo pronti a fare qualsiasi cosa per farci amare da chi ci sta attorno.

L’amore non può essere forzato, comprato o manipolato. Deve essere incondizionato. Qualche volta i nostri tentativi di forzare l’amore falliscono, altre volte hanno successo, ma il risultato è lo stesso: la felicità che ci aspettavamo non c’è.

Una svolta nella nostra vita potrebbe arrivare con Emotivi Anonimi. Siamo accolti da persone che seguono i concetti del Programma, non si coinvolgono in discussioni, non criticano e non giudicano.

Molti di questi incontri possono dimostrarci l’amore che non siamo capaci di dare a noi stessi. Quando ci siamo sentiti non amati per anni, o forse per tutta la vita, ricevere questo amore incondizionato può sembrarci molto strano. Le prime volte potremmo sentirci spaventati da questo amore ed essere timorosi di accettarlo. Passano i giorni e sentiamo la fratellanza, l’amicizia e l’unità del gruppo.

Vediamo che EA è un luogo che non solo ci accoglie, ma anche ci accetta e ci ama. La nostra autostima inizia ad aumentare e diventiamo capaci di accettare l’amore genuino degli altri ed esprimere a nostra volta il nostro amore per gli altri.

Quando iniziamo a lavorare sui Dodici Passi del Programma, capiamo ed accettiamo meglio noi stessi. Ci rendiamo conto che siamo “impotenti” di fronte alle nostre emozioni. Ci guardiamo onestamente ed iniziamo a compiere cambiamenti nel nostro modo di pensare ed agire. Scopriamo come prenderci cura dei nostri errori e come perdonare noi stessi e chi ci sta attorno per le azioni passate.

Questo processo di lavorare sui Dodici Passi ci aiuta ad iniziare ad amare noi stessi. Quando amiamo noi stessi, con tutti i nostri difetti e imperfezioni, possiamo veramente amare anche gli altri.

L’amore sembra comportarsi come un boomerang, più lo diamo e più ne ritorna indietro. Scopriamo che se mostriamo amore per gli altri, se cerchiamo tutto ciò che è buono, generoso e degno di essere amato, l’amore torna verso di noi.

Capiamo che tutti abbiamo bisogno di amore per vivere una vita soddisfacente e felice.

Mentre lavoriamo su questi passi che ci aiutano a capire che vi è un Potere Superiore, vediamo che l’amore spirituale è sempre incondizionato.

Non ci viene meno quando ci sentiamo depressi o arrabbiati. Non ci viene meno perché non riusciamo in qualcosa. Capiamo che il nostro Potere Superiore ci accetta e ci ama per come siamo.

Quando la nostra consapevolezza dell’amore cambia, il nostro punto di vista sulla vita si trasforma. Vi è più significato nel “Solo Per Oggi” che dice “la felicità non dipende da quello che gli altri fanno o dicono o da ciò che succede attorno a me. La felicità è il risultato di essere in pace con me stesso/a”. Iniziamo a capire che solo noi siamo responsabili della nostra felicità.

Mentre impariamo ad amare gli altri e noi stessi, l’amore genuino che abbiamo tanto cercato, arriva pian piano, un giorno alla volta.

La nostra concezione dell’accettazione di noi stessi è sempre stata posta sotto condizione: se io controllerò le mie emozioni, se io guadagnerò più soldi, se aumenterò o no il mio peso, se tale o talaltra persona mi amerà… allora io sarò degno di essere accettato. Se anche riuscissimo in un campo della nostra vita, ne troveremmo sempre altri nei quali sentirci inadeguati.

Quando scopriamo di essere compresi e accettati negli EA, possiamo, per la prima volta nella nostra vita, cominciare ad accettare noi stessi ed essere sinceri verso noi e gli altri. Non ci sentiamo più diversi o soli. Capiamo che siamo accettati ed amati dal nostro Potere Superiore e dagli altri per come siamo, senza dover dimostrare di essere perfetti. L’accettazione di sé per come si è oggi è la chiave per migliorare la propria autostima.

E’ paradossale che, dal momento in cui ci accettiamo per come siamo, noi diventiamo liberi e capaci di crescere e cambiare. Se invece continuiamo a ripeterci che non valiamo niente, abbiamo una scusa per non cambiare. Ma se siamo consapevoli del nostro valore personale, diventiamo liberi di cercare ciò che è buono in noi e negli altrie possiamo diventare persone che crescono.

Possiamo diventare responsabili di noi stessi ed accettare i nostri errori come parte della nostra umanità. Non ci sentiamo più obbligati a giudicare gli altri con gli stessi rigidi criteri che avevamo applicato su noi stessi. Le nostre relazioni miglioreranno.

Il Programma EA dice che noi possiamo scegliere cosa credere su noi stessi. Per anni abbiamo creduto in qualsiasi pensiero negativo che riguardasse la nostra autostima. Ora possiamo fare ammenda diventando consapevoli del nostro valore e concentrandoci sui nostri aspetti positivi.

Perdoniamo a noi stessi i nostri errori, facciamo ammenda verso noi stessi se necessario e ci concediamo il permesso di vivere come degli esseri umani, e quindi imperfetti. Con l’aiuto del nostro Potere Superiore e del Programma EA, impariamo a trattarci con dolcezza.

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PAURA

Cos'è la Paura?

La paura é un istinto naturale e prezioso. Può aiutarci a sopravvivere in situazioni pericolose e schiaccianti. Però per alcuni di noi la paura può diventare una forza dominante nella vita. La paura può impedirci di correre i rischi necessari per conoscere gente e per allargare i nostri orizzonti.

Alcuni di noi sono cresciuti credendo che il mondo fosse un posto pericoloso o hanno incontrato situazioni intimidatorie e perso la fiducia. 

Indipendentemente dal modo in cui la paura sia diventata parte delle nostre emozioni, può diventare un’influenza negativa e minacciosa. 

Quando la paura ci impedisce di provare qualcosa di nuovo o quando diventa un’emozione paralizzante che ci rende impossibile condurre una vita normale, può essere una forza irrazionale e distruttiva nella nostra vita.

Situazioni normali ci sembrano pericolose e cerchiamo di evitarle. E’ possibile sentirsi diversi o inferiori perché gli altri riescono a gestire la loro vita senza paura.

La nostra paura aumenta quando cerchiamo di mantenere una forza apparente e ci preoccupiamo che il nostro vero stato d’animo non venga scoperto, oppure semplicemente ci arrendiamo e ci rinchiudiamo nel nostro mondo.

Possiamo aver provato l’approccio intellettuale per scacciare le nostre paure, raccontando a noi stessi che non c’é nulla da temere. 

Magari abbiamo provato a lottare contro la paura con tutta la volontà, la forza e il coraggio che siamo riusciti a raccogliere, ma nonostante i nostri sforzi ogni tentativo di dominare le nostre paure è stato vano.

Uno dei benefici immediati di Emotivi Anonimi è che subito incontriamo altre persone che hanno avuto esperienze simili con la paura e capiscono le nostre emozioni, per quanto queste emozioni siano parse irrazionali a noi stessi.

In EA impariamo che non abbiamo nessun controllo sulle nostre emozioni, che non possiamo scacciare le nostre paure. Capiamo che le nostre emozioni non sono né buone né cattive, “sono” e basta.

Forse abbiamo avuto paura tutta la vita, ma adesso lo riconosciamo e lo ammettiamo. Riconoscere e ammettere che siamo impauriti è il primo passo per impedire alla paura di controllare il nostro comportamento.

Quando smettiamo di negare o combattere la nostra paura, possiamo accettarla. L’idea di accettare la paura può davvero farci paura!

Attraverso questo programma impariamo che esiste un Potere Superiore. Quando decidiamo di fidarci del nostro Potere Superiore un giorno alla volta o anche solo cinque minuti alla volta, impariamo che la paura può essere sostituita dalla fede.

La nostra fede inizia a crescere mentre vediamo come il Potere Superiore opera nella nostra vita o nella vita degli altri.

Possiamo iniziare ad abbassare la guardia e renderci conto che avevamo solo l’illusione del controllo. Impariamo ad abbandonare le nostre paure e quando lo facciamo, il nostro Potere Superiore ci da la forza necessaria per affrontare la situazione che incombe.

Imparare a fidarsi del proprio Potere Superiore può diventare un’abitudine che porta pace nella nostra mente e sollievo dal compito impossibile di cercare di controllare le nostre paure.

La paura perde la sua presa sulla nostra vita ed è rimpiazzata dalla consapevolezza che forza e serenità vengono dal nostro Potere Superiore.

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PERFEZIONISMO

Cos'è il Perfezionismo?

E’ difficile correggere questo difetto di carattere, il perfezionismo, poiché la gente non lo vede come un difetto; si crede piuttosto che voler essere perfetti sia una qualità. E’ la trappola che ci tende il perfezionismo. Esso ci ruba costantemente tempo ed energia. Ci suggerisce che non facciamo abbastanza, ci spinge a lavorare e a fare sempre di più, ci chiede di compiere ogni cosa alla perfezione. Spesso preferiamo non incominciare nulla piuttosto che rischiare la sconfitta. 

Quando il nostro compito non è stato eseguito perfettamente, noi ci sentiamo molto colpevoli. Può succederci facilmente di cadere in questa trappola.

Stiliamo liste di cose da fare e mettiamo in ordine i nostri strumenti. Viviamo nella costante preoccupazione di ciò che potrebbe accadere se i nostri compiti non fossero eseguiti bene o al momento opportuno.

Possiamo anche affliggerci col timore di non piacere al nostro principale, ai colleghi di lavoro, al nostro compagno o compagna, alla famiglia, agli amici o a noi stessi.

Non raggiungiamo praticamente mai la sensazione della perfezione, poiché non riusciamo a soddisfare gli obiettivi molto elevati che ci siamo imposti da soli. E’ allora che ci sentiamo in colpa o proviamo la sensazione di non essere adeguati.

La nostra fragile autostima ne rimane colpita, poiché il nostro modo errato di pensare fa dipendere la considerazione del nostro valore personale dalla nostra prestazione e da un continuo bisogno di essere perfetti. L’abitudine al perfezionismo ci costringe in un circolo vizioso di sofferenza: ci imponiamo obiettivi elevati, non li raggiungiamo, ci puniamo per la nostra sconfitta e possiamo così imporci obiettivi ancora più elevati, a titolo di compensazione. Questo circolo chiuso presenta molti effetti secondari negativi. Ci isola dalla nostra famiglia e dai nostri amici. Trascorriamo tanto tempo al lavoro da non averne più per il riposo. La mancanza di riposo e di distrazione aumenta il nostro stress.

Spesso gli altri non si rendono conto del nostro bisogno ossessivo di perfezione perché non lo lasciamo trasparire dal nostro comportamento, ma ci sentiamo inadeguati ogni volta che constatiamo i successi degli altri.

Quando decidiamo che ne abbiamo abbastanza e che vogliamo cambiare, possiamo chiedere aiuto ai Dodici Passi degli Emotivi Anonimi.

Condividiamo le nostre sensazioni e parliamo del nostro comportamento perfezionista con gli altri membri EA che ci sapranno comprendere. Utilizziamo lo slogan “non fare paragoni”.

Cominciamo ad apprezzarci senza dover entrare in competizione con gli altri. Decidiamo di rinunciare al nostro bisogno incontrollabile di perfezione. Riconosciamo che il nostro perfezionismo fa soffrire noi e coloro che ci stanno intorno. Comprendiamo fino a qual punto i nostri desideri erano assurdi.

Per depotenziare il nostro perfezionismo, dobbiamo innanzitutto ammettere che c’è nella nostra vita e ammettere la nostra impotenza di fronte ad esso.

Possiamo cominciare allora ad agire secondo i suggerimenti sotto elencati:

1.    Smettiamo di paragonarci agli altri e cominciamo ad apprezzarci per ciò che siamo e non per ciò che facciamo;

2.    Mostriamoci aperti alle nuove idee che allargano i nostri orizzonti. Non sottovalutiamoci per non averci pensato prima degli altri;

3.    Consentiamoci di sbagliare e riconosciamo che non siamo perfetti, ma solo perfettamente umani. Osserviamo i progressi compiuti piuttosto che la perfezione;

4.    Cominciamo a comprendere  che non  abbiamo  più  bisogno di  avere sempre  ragione. Apprezziamo l’ascolto degli altri e la condivisione delle loro esperienze;

5.    Riconosciamo a coloro che ci sono intorno la libertà di sbagliare e di essere responsabili della loro vita;

6. Tentiamo di vivere un giorno alla volta, pianificando il nostro comportamento e affidando sempre i risultati finali al nostro Potere Superiore. Ricordiamoci di “Lasciar andare e affidarsi a Dio”. 

Questo problema fa parte della nostra vita da così tanti anni che noi sappiamo ci servirà del tempo per cambiare. Ci esercitiamo così nella pazienza. Dal momento in cui cominciamo a guarire dal nostro bisogno di essere perfetti, manifestiamo più amore e impariamo a godere la vita.

Per oggi, accettiamo noi stessi come siamo. Diventiamo realisti quando elenchiamo i nostri compiti e ci sentiamo bene anche se non ne abbiamo eseguito che alcuni. Smettiamo di giudicarci e di giudicare gli altri. Cominciamo a capire che siamo perfetti agli occhi del nostro Potere Superiore.

Nel diventare più consapevoli, ci rendiamo conto quanto l’abitudine al perfezionismo ci renda limitati. Abbiamo ora il coraggio di cambiare. La nostra vita diventa più lieta e più serena. Continuiamo ad avvalerci dei Dodici Passi EA, poiché il nostro perfezionismo non è guarito: si è soltanto fermato. Troviamo conforto un giorno alla volta.

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RISENTIMENTO

Cos'è il Risentimento?

I risentimenti sono sentimenti di rabbia, indignazione, rancore e oltraggio, spesso inespressi, che riguardano avvenimenti del passato. Ri-sentiamo la ferita di nuovo e ancora di nuovo nel presente.

Conserviamo fresche nella nostra mente le dolorose parole che ci sono state dette o le azioni che ci sono state fatte, e la ferita cresce in modo esagerato. La fonte della ferita può non esistere nemmeno più o chi ce l’ha inferta può essere inconsapevole del danno arrecato, ma noi continuiamo a nutrirla così che aumenta e consuma i nostri pensieri.

Ci aggrappiamo al nostro star male, siamo dispiaciuti per noi. Possiamo desiderare fare del male a quella persona e sperare che prima o poi si renda conto di quanto male ci abbia fatto e quanto abbia danneggiato la nostra vita.

Possiamo anche immaginare nella nostra mente vari e dettagliati scenari di quello che potrebbe succedere. Non ci rendiamo conto del male che facciamo a noi stessi pensando in questo modo. Passiamo ore delle nostre giornate pensando al passato piuttosto che impegnarci per rendere migliore il presente.

Quando ascoltiamo un risentimento, diventiamo dipendenti dalla persona per la quale lo nutriamo.

Non vorremmo essere schiavi di nessuno, e meno di tutti, proprio delle persone per le quali nutriamo dei risentimenti! Quando cominciamo a diventare consapevoli di quello che stiamo facendo a noi stessi e conosciamo, attraverso EA, il programma per chiedere aiuto e guida al nostro Potere Superiore, il risentimento comincia a perdere potere su di noi.

Lasciare andare i risentimenti non è facile e ci vuole tempo. Possiamo non volere ammettere, nemmeno a noi stessi, che abbiamo ri-sentimenti così fortemente radicati in noi. D’altra parte, possiamo provare una certa soddisfazione nel sentirci arrabbiati e nel commiserarci.

Man mano che impariamo a essere più onesti con noi stessi, possiamo vedere quanto questi sentimenti siano distruttivi per la pace della nostra mente.

La chiave per liberarsi dai risentimenti è il perdono. Ma come facciamo a perdonare qualcuno o qualcosa che ci ha ferito così terribilmente? Come possiamo lasciar andare così semplicemente un dolore che è stato con noi tanto tempo e che ha rovinato così tanto le nostre vite e che ci fu inflitto quando eravamo tanto vulnerabili e con una bassissima autostima?

Possiamo cominciare pregando per trovare la buona volontà di perdonare la persona che ci ha ferito. Possiamo pregare per trovare la buona volontà di vedere quale può essere stata la nostra parte nella situazione e renderci conto che potremmo avere avuto un ruolo nel creare il problema.

Se riusciamo a essere onesti con noi stessi, possiamo ammettere che talvolta possiamo fare cose che provocano reazioni negative negli altri.

Persino se concludiamo onestamente che non abbiamo avuto alcuna parte nel creare il problema, il perdono è tuttavia necessario se il nostro scopo è raggiungere la pace della mente.

Essere felici è più importante che avere ragione.

In EA impariamo a perdonare noi stessi e gli altri. Cominciamo a capire che la nostra felicità non dipende da quello che gli altri dicono o fanno.

Ci sentiamo accettati e amati in EA e così siamo più disposti ad accettare e amare gli altri.

Siamo capaci di mandare pensieri d’amore invece che pensieri di rabbia.

Siamo finalmente liberi dalla schiavitù e dal legame dei risentimenti. I risentimenti diventano solo memorie del passato e li possiamo vedere in prospettiva.

La tua emozione sentinella

PERDONO

Cos'è il Perdono?

Molti di noi arrivano ad Emotivi Anonimi con un grosso carico di dolore passato, ma possiamo non aver voglia di sentire che il perdonare ci aiuterebbe a guarire queste ferite del passato.

Ad un certo punto però cominciamo a capire che il perdono fa per noi. E’ quello che abbiamo bisogno di fare per superare il nostro dolore e crescere spiritualmente ed emotivamente.

Fare il programma EA ci porta a capire il perdono. Il Passo Uno, Due e Tre ci conducono alla comprensione di esso e a cercare una connessione con il Potere Superiore. Il Passo Quarto e Quinto ci indicano dove dobbiamo applicare il perdono nelle nostre vite.

Il Passo Sesto e Settimo ci preparano all’azione del perdonare. 

Con l’Ottavo e il Nono Passo facciamo le azioni reali necessarie per perdonare sia noi che gli altri. Poi possiamo cominciare a muoverci oltre i blocchi dei risentimenti e dei vecchi dolori.

Il Decimo Passo, l’Undicesimo e il Dodicesimo mettono a disposizione il perdono giornalmente nelle nostre vite e ci aiutano ad offrire agli altri il dono del recupero.

Come in quasi tutto il  processo del nostro Programma, la decisione di perdonare deve avvenire prima che il perdono abbia luogo.

C’è ben poca crescita se noi prima non prendiamo una decisione. Perdonare è un’azione, la decisione di perdonare viene prima, e poi fare l’azione è l’inizio.

Il perdonare ci aiuta a guarire i risentimenti, i sensi di colpa, e le paure del passato.

Quando perdoniamo scegliamo di lasciar andare queste cose e affidarle a un Potere Superiore. Mano a mano che impariamo ad agire secondo i principi del perdono, scopriremo che siamo capaci di superare le ferite di ieri.

Il perdonare spesso non è un evento unico, ma piuttosto un processo. E’ un nuovo modo di pensare. Proprio come quando si esercita un muscolo floscio, va fatto e rifatto costantemente, finché diventa la nostra nuova realtà. Possiamo sostituire il risentimento con il perdono, se ne abbiamo la volontà.

Perdonare gli altri

Una delle cose più difficili da fare è perdonare una persona che non ha chiesto di essere perdonata. Ci sono stati momenti nella nostra vita nei quali siamo stati seriamente feriti, forse nell’infanzia quando eravamo davvero vittime innocenti e un adulto ci ha trattati male.

Dobbiamo ricordarci che l’atto del perdonare fa bene a noi, non a loro. Noi siamo quelli feriti, noi abbiamo perso il sonno e ci siamo mantenuti in un subbuglio fisico ed emotivo. Questo è qualcosa che facciamo per noi. E’ benefico e curativo, persino se la persona che ci ha feriti non è più viva.

Perdonare qualcuno per il male che ci ha inflitto non significa che dobbiamo esporci ad ulteriore dolore. Può succedere che in alcuni casi decideremo di escludere qualcuno dalla nostra vita o limitare il contatto con quella persona. Possiamo perdonare e tuttavia non sentire più quella persona vicina al nostro cuore, se c’è la possibilità che continui a ferirci. Questo significa prenderci cura di noi stessi ed è un’azione sana.

Perdonare sé stessi

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INDECISIONE

Cos'è l'indecisione

Molti di noi fanno molta fatica a prendere delle decisioni. Questo ha a che fare con la nostra educazione, la nostra bassa autostima o con la nostra mancanza di fiducia? 

O potrebbe essere paura di fallire?

Persino le decisioni giornaliere più semplici possono talvolta immobilizzarci. Può essere troppo per noi scegliere, per esempio, quale strada prendere per arrivare a un negozio, cosa comprare, quale impegno mettere per primo nella nostra lista. 

Pensiamo che prendere la decisione sbagliata potrebbe influenzare negativamente tutto il corso della nostra vita.

Grandi decisioni come scegliere una scuola o un lavoro, comprare un’auto o una casa possono essere difficili per tutti, ma a noi sembrano talvolta impossibili e non ci sentiamo in grado di prenderle. Chiedere ad altri la loro opinione può aiutare ma può anche confonderci di più. 

Possiamo risentirci con loro se i loro consigli non funzionano per noi. Questo fare assegnamento sugli altri può diventare un’abitudine, e potremmo prendere decisioni che vanno bene più a loro che a noi.

Può darsi che la nostra indecisione abbia origine dal fatto che non ci piacciamo o non abbiamo fiducia nelle nostre capacità. O essere generata dal non volerci prendere la responsabilità delle conseguenze delle nostre decisioni. 

Può darsi che abbiamo solo paura di fare degli errori, paura di non essere perfetti o paura di fallire.

La nostra mente è piena di “ Cosa sarebbe se…” o di “Se solamente…” 

Cosa succede se prendiamo la decisione sbagliata? Cosa succede se qualcuno non è d’accordo o ci disapprova? Quando prendiamo una decisione, spesso continuiamo ad avere dubbi a riguardo. 

Possiamo rimproverarci, cambiare idea o riconsiderare decisioni prese ieri o mesi fa. Pensiamo che se solo avessimo fatto un’altra cosa o avessimo scelto un percorso diverso, le cose sarebbero andate meglio. 

Frequentando le riunioni EA, ci rendiamo conto che altri hanno questo stesso problema e hanno trovato aiuto facendo il programma dei 12 Passi. 

La nostra autostima migliora nel momento in cui condividiamo i nostri sentimenti con altri e lavoriamo sui Passi. 

Cominciamo a renderci conto che proiettare i risultati delle nostre decisioni nel futuro è ingannevole e lo stesso è continuare a mettere in discussione le nostre azioni del passato. Il futuro contiene un potenziale ma non è ancora accaduto e molti di noi passano troppo tempo indugiando nel passato. 

In questo modo niente di nuovo può succedere oggi, ma niente del passato può essere cambiato. Oggi è l’unico tempo e luogo che c’è. Può sembrare minaccioso, ma è nel presente che dobbiamo imparare a prendere decisioni.

Non ci sono decisioni magiche che possano garantire magici risultati. Fare una scelta diversa non implica necessariamente che le cose vadano meglio. Prendiamo le nostre decisioni usando le migliori informazioni disponibili in quel momento. 

Teniamoci in mente che siamo degli esseri umani e che possiamo sbagliare, ma questo non è un motivo per non decidere. Impariamo che va bene anche fare degli errori, possiamo imparare dai nostri errori e usare poi questa conoscenza. Usiamo gli slogan “Prima, le cose più importanti“ e “Cerca il lato buono” per mantenerci focalizzati.

Talvolta siamo consapevoli che non siamo emotivamente in grado di prendere una decisione. Se è questo il caso, è giusto metterla da parte per un breve periodo.  

E’ anche giusto tenere una decisione in attesa finché non abbiamo i fatti sufficienti e necessari, ma ad un certo punto dobbiamo passare all’azione e scegliere la nostra direzione. 

Siamo noi che dobbiamo scegliere. Impariamo che è giusto cambiare idea se è giustificato, ma non per i nostri problemi di indecisione.

In EA impariamo che è necessario cominciare a contare su un potere più grande di noi per aiutarci nelle decisioni. Una volta fatta la nostra parte nel prendere la decisione, rivolgiamo le cose al nostro Potere Superiore. 

Quando ci arriva un’indicazione, la accettiamo e la seguiamo. Se cominciamo a ridiscutere la nostra scelta, la giriamo di nuovo al nostro Potere Superiore, e ancora di nuovo e di nuovo ancora, finché è necessario. 

Affidarla comporta una certa pratica che è nuova per noi, ma è a questo punto che il concetto di guida del nostro Potere Superiore diventa efficace e prezioso.

Appena impariamo ad affidarci al Potere Superiore per aiutarci nelle nostre decisioni, acquistiamo fiducia in noi stessi perché sperimentiamo alcune delle Promesse del nostro programma. “Il senso di inutilità e autocommiserazione verrà meno. Tutto il nostro approccio e il nostro atteggiamento verso la vita cambierà. Sapremo intuitivamente gestire situazioni che prima ci sopraffacevano.” Prendere decisioni diventa più facile. 

Cominciamo a capire che solamente noi, con l’aiuto del nostro Potere Superiore, possiamo scegliere le cose migliori per noi. La vita non è più una lotta continua.

Ci sono giorni pieni di decisioni. Quando combattiamo contro il prendere una decisione, sappiamo che diventerà ancora più difficile. 

Accettiamo le decisioni come arrivano e ringraziamo il nostro Potere Superiore per la grande opportunità di esercitarci nel prendere decisioni. 

Accettiamo questa responsabilità, ma grazie ad EA sappiamo di dover lasciare i risultati al Potere Superiore.

La tua emozione sentinella

VERGOGNA

Cos'è la Vergogna

La vergogna è un’emozione dolorosa che può essere causata dal sentirsi colpevoli. Il senso di colpa ci fa dire “Ho fatto un errore”, la vergogna ci fa dire “Io sono un errore”. 

La colpa sana è utile perché ci permette di capire come e  quando violiamo il nostro sistema di valori.

La vergogna è devastante perché nutre i sentimenti di inadeguatezza e svalutazione personale.

Nel profondo nel nostro inconscio si svolge un dialogo inconsapevole che spesso è alla base delle percezioni ed emozioni che proviamo. Se abbiamo pensieri come “A nessuno io piacerò mai”, o “Sono la persona più malata del mio gruppo”, o “ Il mio passato è così orribile che non potrò mai essere perdonato” o anche “Non posso fare il Quarto e Quinto Passo perché nessuno potrebbe accettarmi”, possiamo attribuire questi pensieri al sentimento della vergogna. 

Questi pensieri di vergogna non sono quasi mai basati su fatti reali.

Forse, quando eravamo piccoli ci hanno detto “Tu sei cattiva, vergognati!” invece di un semplice “Non strappare le pagine dei libri”, o “Tu, bambino cattivo, ti sei bagnato di nuovo i pantaloni!” invece di “Andiamo a prendere dei vestiti asciutti.” 

Naturalmente, può succedere che iniziamo davvero a credere di essere persone cattive e vergognose, è quello che ci hanno detto! La vergogna può anche essere il risultato di un genitore che ci dice “Sei grasso” o “Non arriverai mai a niente”. O anche l’esito di indifferenza da parte di un genitore che non si interessa della nostra carriera scolastica o che non ci loda quando ce lo meritiamo. Abbiamo molto da perdonare per lasciarci alle spalle queste ferite traumatiche.

Vivere con, e nella vergogna, significa spesso minimizzare le nostre conquiste. Sembra che i nostri sentimenti non contino nulla, e così le nostre opinioni o i nostri bisogni. 

Non ci sentiamo meritevoli e non crediamo di essere speciali, e così non potremo certamente mai fare nulla di speciale.

Minimizzare parole come “solamente” o “proprio” fa parte del nostro vocabolario. Diciamo cose del tipo “Ho preso solamente 92 nel test” o “ Ho proprio una piccola vecchia casa e un’auto”, o potremmo dire a un amico “Ti meriti il pezzo più grosso di torta”.

Usando parole e frasi come queste, noi stiamo dicendo “Io non conto” “Io non merito amore, io non valgo”. 

Quanto sarebbe meglio dire “Questo è uno dei voti più alti che abbia mai ricevuto in un test” o “La mia casa è calda e confortevole” o “Ci divideremo la torta equamente”. In queste ultime frasi, l’atteggiamento è capovolto, da negativo in positivo.

La vergogna ci può dare una falsa sicurezza. Ci aiuta a costruire un muro che nessuno può rompere e che nasconde la persona reale. 

Può diventare una confortevole amica, una che tiene gli altri  lontani dalla nostra vita. 

E’ radicata nel profondo e dobbiamo occuparcene per riuscire ad accettare la nostra umanità, dobbiamo ammettere che sentiamo vergogna.

Se siamo cresciuti in una famiglia disfunzionale, abbiamo provato vergogna quando un genitore si comportava stranamente, specialmente di fronte ai nostri amici o quando non eravamo vestiti e nutriti come gli altri bambini. Forse i nostri genitori erano poveri, e ci siamo vergognati di loro e dei loro comportamenti. 

Questo può essere l’inizio di sentimenti di vergogna, ma nasconderli a noi stessi non ci permette di diventare persone sane. 

Continueremo a rifiutare noi stessi e gli altri finché non accettiamo la nostra umanità. 

Dobbiamo essere desiderosi di accettare noi stessi tutti i giorni, e non scoraggiarci se non raggiungiamo i nostri ideali. Cerchiamo il positivo e impariamo ad accettare che stiamo facendo del nostro meglio.

Persino quando riusciamo a esprimerla apertamente, la vergogna (coscientemente o meno) continua a creare delle barriere dentro di noi. 

Può essere difficile mantenere delle amicizie: in fondo, chi desidera stare con qualcuno che è continuamente negativo? Se ci piacciamo sempre meno, come facciamo a piacere a qualcun altro? Vogliamo essere perfetti e non riusciamo ad accettare le nostre imperfezioni. 

Non vogliamo credere che anche gli altri fanno degli errori.

In EA impariamo ad  affidarci a un Potere più grande di noi. Impariamo che il nostro Potere Superiore ci ama e ci accetta incondizionatamente. 

Impariamo che è umano fare errori e accettiamo che il passato è finito e che non possiamo cambiarlo. Oggi è ciò che conta.

Quando frequentiamo le riunioni EA, diventiamo consapevoli del fatto che anche molti altri hanno avuto gli stessi nostri problemi di convivenza con la loro vergogna. 

Ascoltiamo come il programma dei 12 Passi li abbia aiutati ad accettare sé stessi e la loro umanità. La loro autostima cresce e trovano una nuova fiducia e rispetto di sé stessi. 

Per la prima volta nella loro vita, stanno riconoscendo il proprio valore.

La tua emozione sentinella

DOLORE PER LA PERDITA

Cos'è il Dolore per la perdita

Sentire dolore è la nostra reazione emotiva a una perdita nella nostra vita, una perdita che non possiamo cambiare, siamo impotenti di fronte ad essa. Il programma dei 12 Passi di Emotivi Anonimi può aiutare in questi casi, non importa quale sia la causa di tale perdita. 

Le situazioni che creano un devastante senso di perdita possono essere sorprendentemente varie. Quella più ovvia è il lutto per la morte di un genitore, di marito/moglie o partner, di un figlio, di un animale o di qualunque altra persona o essere che amiamo.

Tuttavia, ci sono molte altre situazioni che possono far scattare questa sofferenza che non sono relative ad un lutto. Esiste un’esperienza di perdita, per esempio,  nell’infertilità, nel divorzio, nella disoccupazione, nell’andare in pensione, in un trasloco. 

C’è un senso di perdita e abbandono quando un bambino si allontana da casa sua. 

Un profondo senso di perdita può accompagnare una malattia con rischio di morte appena ci rendiamo conto che stiamo perdendo alcuni aspetti dei nostri sogni per qualcuno che amiamo o per noi stessi.

Persino qualcosa di positivo come iniziare un nuovo lavoro, sposarsi, o cambiamenti personali attraverso una crescita nel programma EA possono innescare una sofferenza di perdita. Sebbene un nuovo lavoro, un matrimonio o altri cambiamenti positivi siano senza dubbio benvenuti, rappresentano anche la fine di alcune parti della nostra vita così come l’abbiamo conosciuta. 

In queste occasioni, ci aspettiamo di essere molto contenti e questi sentimenti di dolore e tristezza ci mettono in confusione.

Cambiamento e perdita sono duri da sopportare perché abbiamo investito di grandi significati un’altra persona o situazione. Possiamo avere fatto questo incoscientemente e rimaniamo sorpresi dalla profondità della nostra sofferenza. 

Se abbiamo dato un grande valore emotivo a qualcuno, a qualcosa o a qualche luogo, abbiamo investito tempo ed energie in questo rapporto. Abbiamo definito il nostro “sé” in relazione a ciò che ora stiamo perdendo. 

Quando una relazione è alterata o non siamo più in grado di definire il nostro “sé” in relazione a dove lavoriamo, dove viviamo o cosa possediamo, sentiamo come se una parte di noi fosse strappata via. 

La nostra identità, il modo in cui conosciamo e percepiamo noi stessi, è stato stravolto. Il dolore ci aiuta a ridefinire noi stessi e ci chiede di ricercare una nuova interezza. 

Alla fine, il dolore riguarda la guarigione e il ritornare forti ed interi di nuovo.

Questa sofferenza può essere molto forte e spaventosa. Può essere composta da una serie di fasi che variano dallo shock alla confusione, fino a riguadagnare il nostro equilibrio. 

Il processo è spesso caotico perché percorriamo su e giù varie volte queste fasi. Talvolta sembra che non proviamo altro che rabbia verso la persona o la situazione per la cui perdita soffriamo e possiamo vergognarci della nostra rabbia. 

Altre volte non sentiamo altro che tristezza e non abbiamo direzioni, ma i nostri sentimenti fanno tutti parte dell’accettare tale perdita e trovarne il senso.

In EA impariamo che siamo impotenti di fronte alle nostre emozioni e che il primo e miglior modo di soffrire, non importa quanto doloroso possa essere, è permetterci di sentire a pieno la nostra sofferenza. Abbiamo bisogno di accettare ciò che sentiamo senza giudicarlo né buono né cattivo.

I sentimenti hanno quell’abitudine ostinata di non andare via se noi li neghiamo o nascondiamo. Sentire il dolore è una parte essenziale per andarne oltre.

Non c’è un’agenda per superare il dolore. Ci vuole il tempo che ci vuole e questo viaggio è del tutto personale. Ci sono persone che non risolvono i loro sentimenti di perdita e non li superano per anni. In realtà, la questione non è superarli. 

La perdita diventa una parte di come diventiamo per il resto della nostra vita, ma non necessariamente in modo dominante. 

EA ci ricorda che una parte della nostra serenità viene dall’essere capaci di vivere in pace con problemi irrisolti. Non stiamo lasciando la perdita alle spalle, stiamo piuttosto costruendo una nuova identità, un nuovo senso di noi, noi più la nostra perdita.

Abbiamo perso quello che pensavamo sarebbe stato il nostro futuro e ora ce ne sarà uno nuovo. Il dolore si trasforma in speranza nel momento in cui si crea un atteggiamento più positivo verso un futuro inaspettato.

Una delle cose più importanti che impariamo in EA è l’accettazione di noi stessi, degli altri, delle nostre e delle loro situazioni. Se ascoltiamo altri membri EA che si sono confrontati con successo con le loro perdite personali, scopriamo che in genere si sono rivolti a un Potere Superiore per trovare la forza e la guida di attraversare il loro dolore. Chiedendo al loro Potere Superiore di aiutarli ad accettare questi sentimenti e lavorando sodo per rimanere aperti su questi temi verso gli altri, hanno imparato ad accettare la volontà del loro Potere Superiore. 

Attraverso il Programma troviamo un Potere Superiore amorevole che è sempre disponibile per noi, anche nei momenti di dolore.

In EA non ci sentiamo più soli: ognuno ha delle perdite dolorose da affrontare, fa parte della vita. Se non ci confrontiamo con il nostro dolore, l’unica alternativa è chiuderci dentro ai nostri propri sentimenti in modo certamente non salutare. 

Può essere d’aiuto fare un inventario di Quarto Passo riguardo la situazione che sta causando la nostra sofferenza.

Scrivere una lettera a coloro che sono coinvolti in modo significativo nel nostro evento, può darci l’opportunità di mettere su carta i nostri sentimenti e non tenerli confinati nella nostra mente. 

Se la lettera è indirizzata a una persona che non c’è più, non possiamo consegnarla ma beneficiamo comunque del fatto di averla scritta. 

Tradurre in parole la nostra tristezza aiuta a placare la mente. Usando la Preghiera della Serenità, le meditazioni giornaliere, i 12 Passi e tutta la letteratura EA possiamo attraversare meglio il nostro dolore. 

Parlare con uno sponsor o altri membri EA e frequentare di più può essere d’aiuto. 

Stare insieme agli altri facendo attività di servizio per il nostro gruppo EA o per la comunità può spostare il centro da noi stessi e alleggerire il carico che il nostro dolore porta con sé donandoci sollievo e guarigione.

I Solo per Oggi costituiscono un aiuto speciale in questo periodo. Sono potenti ricette per la vita quotidiana che, se seguite, ci aiutano a superare quei momenti sparsi ma ricorrenti durante la giornata nei quali non riusciamo a immaginare quale sia la cosa successiva da fare. 

Leggerli ogni giorno e decidere di concentrarci su uno in particolare per la nostra giornata può essere molto curativo.

Emotivi Anonimi ci insegna molto sull’accettazione e sulla resa, qualità che ci aiutano ad affrontare l’esperienza della perdita. Ascoltare le testimonianze di altri che sono passati attraverso questo processo di sofferenza e che sono tornati a godere la vita, ci dà speranza per il nostro futuro. E’ possibile che la sensazione di vuoto si plachi e ci si incammini verso la guarigione. 

Il tempo comunque lenisce il dolore e i principi EA ci aiutano a rendere questo periodo di tempo meno spaventoso e fuori controllo. Se ci impegnamo a sentire i nostri sentimenti, se ci sforziamo di perdonare noi stessi e gli altri e utilizziamo l’aiuto di un Potere più grande di noi, il nostro dolore può essere trasformato in nuova saggezza e speranza. Saremo un giorno capaci di aiutare altri quando si troveranno colti da una perdita dolorosa. 

Il dolore di una perdita richiede una guarigione, guarire la perdita e riprendere la vita con nuova profondità e gratitudine per i piani che il nostro Potere Superiore ha per noi.

La tua emozione sentinella

SUICIDIO

Cos'è il Suicidio

Arriviamo ad Emotivi Anonimi perché siamo emozionalmente sofferenti. La depressione è molto diffusa tra i nostri membri e nella società intera. Quando la depressione è presente, ci può anche essere un notevole potenziale di suicidio o di pensieri suicidari.

Il suicidio è una realtà e se portiamo alla luce questo problema, possiamo occuparcene. 

Nonostante siamo incapaci di prevenire il suicidio di una persona, può esserci di aiuto imparare tutto il possibile sulla depressione che porta al suicidio. 

La depressione è stata chiamata “malattia terminale”. Sfortunatamente, spesso non è presa in considerazione seriamente come altre malattie.

 

Il suicidio è anche ingannevole. Coloro che stanno contemplando l’idea del suicidio possono anche apparire contenti, senza un pensiero al mondo. 

Possono andare a feste, essere degli sportivi, avere molti amici, una casa, una famiglia, e persino un cane. Le loro vite posso sembrare buone esternamente, ma dentro di loro il dolore e la pena sono diventati schiaccianti. 

Come ha detto un counselor “Vedono la loro vita come un tunnel con un grande buco nero alla fine. Possono provare un tale dolore da essere incapaci di pensare chiaramente”. 

Di molti che si sono tolti la vita è stato detto che era più doloroso per loro stare che andare, così il suicidio è stata la loro scelta.

La depressione può essere causata da molti fattori. Il dolore può essere associato con un genitore o un partner che è verbalmente abusante, con una bassa autostima, immaturità, abusi di droghe e/o alcool, squilibri chimici, o una perdita totale di speranza. 

Le persone che stanno considerando l’idea del suicidio possono addirittura pensare che le loro famiglie staranno meglio senza di loro. 

Può sembrare un segno di debolezza chiedere aiuto, soprattutto per una persona giovane che non ha ancora esperienza della vita.

Se avete i sintomi di una depressione in fase iniziale, chiedete subito aiuto! Ditelo a qualcuno di cui vi fidate. Aumentate la vostra frequenza e partecipazione in EA. In EA si impara a vivere anche con problemi che non si possono risolvere. Mettete in moto la mente e muovete il corpo. Prendetevi cura della vostra salute, mangiate correttamente e riposate il giusto. Se avete un problema d’abuso di sostanze, prendete in considerazione un programma di riabilitazione.

 

Se qualcuno vi dice che vuole suicidarsi, lo dovete prendere sul serio. Cercate di scoprire se ha già fatto un piano preciso o se è solo una vaga idea. Più preciso è il piano, più immediato è il rischio che lo metta in atto. Dategli tutto il vostro supporto e incoraggiate il vostro amico a cercare un aiuto professionale e/o a chiamare un servizio di crisi.

 

Fa parte della politica di EA Internazionale ritenere che la privacy non vada applicata quando c’è un serio pericolo di morte. Quando sappiamo che c’è una possibilità di suicidio, dobbiamo passare all’azione. Se conosciamo la famiglia o la guida spirituale della persona in questione, possiamo contattarli. Se il pericolo è imminente, possiamo chiamare un numero d’emergenza e le autorità arrivano: queste chiamate vengono in genere prese seriamente.

Alcuni segni di potenziale suicidio:

 

1. Sentimenti di inutilità, di scoraggiamento, di colpa e svalutazione personale.

2. Fatica o perdita di interesse nelle attività quotidiane, sesso compreso.

3. Abuso di alcool e droghe.

4. Irritabilità, pianto, ansia e attacchi di panico.

5. Sregolatezza nel mangiare e nel dormire.

6. Difficoltà di concentrazione, nel ricordare e nel prendere decisioni.

7. Pensieri di suicidio, parlarne e magari fare delle prove.

8. Sentimenti di vuoto e tristezza.

9. Preoccupazioni sulla morte.

10. Contentezza inspiegabile.

11. Perdita di interesse in cose che prima coinvolgevano.

12. Fare visita o chiamare persone importanti affettivamente.

13. Fare testamento, mettere in ordine i propri affari.

14. Donare le proprie cose.

 

Come affrontare il suicidio di una persona cara:

 

1. Partecipare a un gruppo sul suicidio presente nella vostra comunità: per trovarlo contattate i servizi locali di salute mentale e/o la vostra parrocchia.

2. Cercare di tenere un diario quotidiano, anche usando il computer. Scrivete preferibilmente  a mano su carta le scuse e il dolore che sentite.

3. Parlare con gli amici più intimi; parlare e piangere; raccontare la propria storia tante volte quante se ne ha bisogno.

4. Leggere libri che trattano del tema del dolore per la perdita di una persona cara che si è suicidata.

5. Consultare il medico di famiglia per essere indirizzati ad un counselor.

6. Pregare rivolgendosi a Dio così come ognuno lo può concepire.

7. Prendersi cura di sé. Riposare molto, nutrirsi bene e tenersi in esercizio.

8. Partecipare attivamente in EA. 

 

Il tempo e quello che ne fate del vostro tempo vi aiuteranno a guarire, e potrete guardare avanti con nuova speranza.

La tua emozione sentinella

ANSIA

Cos'è l'Ansia

I sintomi dell’ansia variano da una vaga sensazione di disagio a un pugno che stringe lo stomaco, da un cuore che batte più veloce a notti insonni fino a uno schiacciante senso di sofferenza mentale che sembra praticamente impossibile da sopportare. 

E’ strettamente collegata a preoccupazione e paura e può affondare le sue radici in queste. Generatori d’ansia sono lo stress, il senso di colpa, il senso di fallimento, le frustrazioni, una bassa autostima, la rabbia, un trauma, il perfezionismo, interazioni familiari problematiche, problemi finanziari, la timidezza e tutte le cosiddette inettitudini sociali. 

Ma spesso l’ansia emerge senza ragioni evidenti.

Sebbene molte persone provino una certa ansia in certe situazioni (come per esempio parlare davanti a un pubblico), è normale che non duri molto a lungo o che comunque non sia così forte da interferire seriamente con la loro vita. Tuttavia, alcuni di noi sperimentano invece un’ansia tale da influenzare la nostra vita quotidiana. Situazioni di cui alcuni quasi non si accorgono, possono produrre ad altri un notevole stato d’ansia.

L’ansia può iniziare a qualsiasi età, fanciullezza inclusa. Sentimenti d’ansia possono estendersi per un lungo arco di tempo o durare solo qualche ora e placarsi, o possono manifestarsi in periodici attacchi di panico acuto. Molti di noi con dirompenti problemi d’ansia hanno scoperto che la forza di volontà da sola è insufficiente per affrontarli costruttivamente. 

Ci siamo ritrovati ad ammetterlo a noi stessi e a rivolgere il controllo delle nostre vite verso un Potere Superiore: ecco la chiave di volta per cominciare un processo di recupero. 

Emotivi Anonimi sostiene tutte le azioni positive che i membri stessi intraprendono per riguadagnare e mantenere la propria salute mentale ed emotiva. Non scoraggiamo le visite a psichiatri, il prendere medicine, le terapie di sostegno da counselor, psicologi o altro.  

Appartenere a un gruppo EA può svolgere una parte importante nel recupero dall’ansia. Molti membri di EA hanno attraversato o stanno attraversando problemi simili e ci accettano senza giudicarci o criticarci. Un autentico e onesto supporto emotivo da parte del proprio gruppo EA è un grosso aiuto. Che sollievo sapere che non siamo soli!

Abbiamo a  nostra disposizione tutti gli strumenti del recupero EA: Passi, Tradizioni, Promesse, i Solo per Oggi, i Concetti e i Motti. E cominciamo a riconoscere l’importanza di “lavorare il Programma”. Parole come “ Lascia andare, lascia a Dio”, “ Un giorno alla volta”, e “Anche questo passerà” possono essere particolarmente d’aiuto nel trattare l’ansia. 

Cominciamo a renderci conto che non abbiamo più bisogno di controllare il mondo, e neppure i nostri familiari e amici. L’unica persona che possiamo controllare siamo noi stessi, e possiamo farlo solo con l’aiuto del nostro Potere Superiore. 

Vivere “Un giorno alla volta” riduce la nostra ansia. Molti hanno beneficiato anche di un’attività fisica più intensa. 

Gestire gli stress esterni è un’altra importante parte del recupero da un disturbo d’ansia. A questo riguardo, la Preghiera della Serenità è una guida provata ed efficace. Suggerisce di diminuire gli stress esterni che siamo in grado di ridurre, imparare ad accettare e vivere con gli stress che non possiamo cambiare, ed essere saggi a sufficienza per discernere la differenza.

Spesso le persone con disordini d’ansia sperimentano periodi di depressione. Sebbene i sintomi dell’ansia e della depressione siano in qualche modo differenti, le cause alla base sono spesso simili. Attacchi di panico ripetuti possono innescare la paura di futuri attacchi che si manifesta in sintomi di tipo agorafobico come paura della folla, del traffico o di nuove situazioni che, a loro volta, possono portare alla depressione. 

Ricordare che la maggior parte di noi non ha sviluppato questi dirompenti disturbi d’ansia improvvisamente, ci dovrebbe anche far ricordare che il recupero da questi problemi non può essere improvviso ma necessita un certo tempo. I pensieri negativi ci tengono prigionieri mentre fare il programma EA ci aiuta a sviluppare positive attitudini di cambiamento. 

Appena comincia il recupero, cominciamo a vedere che le Promesse di EA si realizzano anche nella nostra vita.

Fare i Passi e frequentare settimanalmente le riunioni EA è stata la soluzione per molti che hanno sofferto, o ancora stanno soffrendo, di disturbi d’ansia.

La tua emozione sentinella

CONTROLLO

Cos'è il Controllo

Stai controllando o sei controllato?

Molti di noi vivono entrambi gli aspetti nella loro vita.

Stai controllando?

Se quello che segue ti suona familiare, dovresti prendere seriamente in considerazione di avere dei problemi di controllo.

Ti viene detto “Sei troppo prepotente!”, oppure sei tu che dici “Lasciatemelo fare a modo mio”,  o ti scusi con “ Sto solo cercando di aiutare”, “Ho avuto più esperienza di te”? Hai mai chiesto a te stesso ”Davvero controllo tanto?”, “Cerco sempre di prendermi cura?”, “Tendo a manovrare?”

Sfortunatamente, molti di noi quando arrivano nel Programma si portano dietro una naturale tendenza al controllo. Forse siamo stati in una posizione di gestione o abbiamo diretto un gruppo di lavoro quando avevamo responsabilità come capi. 

Non importa la situazione, abbiamo sviluppato delle brutte abitudini quando vogliamo dare guida e direzione agli altri. Quelle abitudini ci hanno fatto sentire così responsabili o così pieni di autorità che non abbiamo imparato ad ascoltare gli altri. 

Il controllo può essere paura, una reazione a una sensazione percepita di caos o disorganizzazione.  Forse abbiamo avuto paura che gli altri ci potessero sfidare, così abbiamo adottato un approccio tipo “l’attacco è la migliore difesa” e abbiamo creduto che forzando gli altri verso i nostri punti di vista, non saremmo stati minacciati. Qualsiasi sia la ragione, abbiamo cominciato a credere che gli altri ci potessero spaventare, ci potessero combattere o che semplicemente ci potessero ignorare. Questo ci ha causato una grande confusione di emozioni e ci siamo rivolti ad Emotivi Anonimi per cercare delle risposte.

Appena abbiamo cominciato a usare gli strumenti del Programma, la maggior parte di noi ha scoperto che non avevamo bisogno “di farci sempre carico di…” e abbiamo cambiato abitudini. 

Tuttavia, alcuni di noi hanno trovato quei cambiamenti difficili da mettere in atto e hanno continuato con i loro comportamenti di controllo. Avevamo dimenticato che:

11° Concetto: 

Siamo tutti uguali, nessuno è più importante di un altro.

6° Solo per oggi: 

Non farò critiche non necessarie, non cercherò colpe, né tenterò di migliorare o dirigere nessuno tranne

me stesso.

12° Tradizione: 

L’anonimato è la base spirituale delle nostre tradizioni che ci ricorda sempre di mettere i principi sopra le personalità.

2° Concetto: 

Siamo esperti solo delle nostre proprie storie, di come il Programma lavora per noi, e di quello che EA ha fatto per noi. Nessuno parla a nome di Emotivi Anonimi.

1° Concetto: 

Non veniamo per un’altra persona, veniamo solo per aiutare noi stessi e per condividere la nostra esperienza, forza e speranza con gli altri.

2° Tradizione: 

I nostri leader sono solo dei servitori, essi non governano. Che sorpresa! Seguendo gli strumenti che ci dà il Programma, abbiamo scoperto che non dobbiamo tentare di controllare il comportamento degli altri. Che sollievo! Abbiamo scoperto che possiamo essere solo noi stessi e lasciare che Dio sia Dio. 

Questo ci ha portato ad una nuova fase del nostro recupero.

Controllo del gruppo

Il nostro Programma parla di suggerimenti: quando i leader del gruppo o i suoi membri parlano in assoluto, le riunione diventano rigide e controllanti e ci si preoccupa che gli interventi siano “giusti” piuttosto che le condivisioni siano aperte e sincere.

Se si seguono invece i suggerimenti di EA su come tenere le riunioni e i leader si avvicendano periodicamente, le questioni riguardo al controllo diminuiscono.

Sei controllato?

Molti di noi arrivano al Programma pieni di risentimento contro “altri” perché pensano che stiano facendo di tutto per controllare la loro vita. Questi “altri” possono essere il partner, marito o moglie, i genitori, i parenti o gli amici. 

E i loro metodi per controllare possono variare dal diretto “Fai questo!” al sottile “Sarebbe carino se tu facessi…” al contrattare “Se tu facessi questo…per me, io farei questo…per te”, fino al modo più dominante dove tu senti che non hai più alcun controllo sulla tua vita e che sei diventato lo zerbino di qualcun altro. Qualunque sia il metodo, ci fa sentire emotivamente turbati.

Alcuni di noi hanno scoperto che il loro capo abusava del suo potere di controllo con azioni di minacce, coercizione, intenzioni di manipolazione, critiche incessanti e altre tecniche che rendevano la vita miserabile. 

Mentre riconoscevamo il diritto legale al nostro capo di dirigere il nostro lavoro, ci sentivamo senza aiuto quando eravamo esposti a tirannie o linguaggi offensivi.  Questo succede più facilmente in momenti economici di crisi, quando trovare un altro lavoro è molto difficile; tuttavia, anche nei periodi migliori, eravamo incapaci di lasciare queste situazioni.

Sentirsi controllati può avere dei seri effetti sul nostro stato emotivo. Quando pensiamo di essere manipolati dagli altri, sviluppiamo paura e sfiducia. Possiamo credere di aver perso la nostra capacità di capire gli altri; possiamo vedere ogni cosa che la gente dice o fa come manipolatoria e possiamo non credere più nel nostro stesso giudizio.

Possiamo anche diventare così frustrati da una situazione che scarichiamo la nostra rabbia su altri che non c’entrano “Stavo impazzendo a tal punto…che appena tornato a casa ho preso a calci il mio gatto” o portare i nostri sentimento all’estremo “Ti dimostrerò che non posso essere controllato, altrimenti mi uccido!”

Poi, siamo arrivati al Programma e abbiamo cominciato a capire. Abbiamo scoperto che gli strumenti del Programma ci aiutavano a superare paure, frustrazioni e risentimenti. 

Abbiamo scoperto che anche altri avevano situazioni simili alle nostre, al lavoro o nelle loro relazioni personali. 

Non eravamo più soli.

Alcuni di noi si sono resi conto che anche loro avevano una personalità controllante. Anche loro si sentivano colpevoli di alcuni comportamenti prepotenti. 

Questa consapevolezza ci aiutò non solo a trattare meglio con le prepotenze degli altri ma anche a migliorare le relazioni nella nostra vita, quelle nelle quali avevamo cercato di controllare gli altri. Ci volle qualche sforzo, ma alla fine funzionò.

Quando diventiamo consapevoli della nostra manipolazione, possiamo rivolgerci agli strumenti del Programma per aiutarci: la Preghiera della Serenità, I Solo per Oggi, i Motti.

Possiamo anche applicare alla situazione il 10° e 11° Passo.

Tutti cresciamo quando mettiamo il controllo “sotto controllo” nel nostro processo di guarigione e lavoriamo sul 12° Passo in Emotivi Anonimi.

Se facciamo il Programma, vedremo molte cose positive entrare nella nostra vita, come ci dicono le Promesse.

La tua emozione sentinella

PAZIENZA

Cos'è la Pazienza

“Quando tutto il resto fallisce, prova con un po’ di pazienza”

Esercitare la pazienza è tipico della filosofia EA per lasciare che il tempo faccia il suo lavoro. La mancanza di pazienza può significare avere fretta e noi vogliamo evitarla. 

Il 7° Solo per Oggi dice “ Salverò me stesso da due guai: la fretta e l’indecisione”. E’ presto diventato chiaro per molti di noi che la fretta e l’indecisione non  funzionavano bene per il nostro recupero. 

La pazienza è il potere di aspettare con calma, è la resistenza al dolore o alla provocazione senza lamentarsi. Quando siamo arrivati nel Programma, abbiamo scoperto che eravamo impazienti, sempre alla ricerca di noi stessi, autocentrati e autoriferiti.     

Non stavamo bene emotivamente, e un’evidenza dei nostri difetti di carattere era la mancanza di pazienza. Appena ci siamo impegnati nel Programma, abbiamo cominciato a imparare ad avere pazienza con il nostro Potere Superiore, con noi stessi e con gli altri.

Ci è stato detto di prenderci il tempo per conoscere e capire i vari strumenti del Programma in modo di poterne fare l’uso più appropriato. Spesso il nuovo venuto vuole risultati veloci, se non immediati. Questo è raramente possibile. Non dimentichiamoci che la nostra mancanza di equilibrio si è costruita in molti anni. Non può essere modificata da un momento all’altro ed è probabile che ci voglia tempo per cambiare. Ecco perché è necessario imparare ad essere pazienti. Recuperarsi può essere paragonato al cuocere una torta: ci sono delle istruzioni da seguire, alzare la temperatura del forno o cambiare il tempo di cottura non sarebbe d’aiuto. 

Nella nostra vita quotidiana, la pazienza è molto spesso un prerequisito per ottenere qualcosa da qualcuno. La pazienza è ottima per molte ragioni, incluse quelle fisiche. 

Ci aiuta ad evitare rabbia, frustrazione e scoraggiamento. Queste emozioni possono causare un’alta pressione sanguigna o altri seri problemi fisici. C’è un grande rischio di perdere la nostra serenità.

Pensate alla nostra “normale” giornata. Che cosa fate quando siete intrappolati nel traffico? Come vi comportate quando il cameriere si dimentica di portarvi il vostro caffè? Mentre aspettiamo in piedi in coda all’ufficio postale o in banca, molti di noi perdono la loro calma. E tu?

Persino nelle nostre riunioni sentiamo altri chiedere “Perché ci vuole tanto tempo?” “Quando comincerò a godere di un po’ di serenità?” Così molti di noi sono in costante fretta. Con quale vantaggio? Sembra che non abbiamo il tempo per stare meglio. Non ci sono pillole magiche per curarci. Dobbiamo impegnarci nel Programma con sforzo sincero.

Una mancanza di pazienza può avere effetti negativi sulle nostre relazioni con gli altri, soprattutto se siamo già degli “schiacciasassi”.  E’ meglio evitare tale comportamento, non solo perché turba gli altri ma anche perché può far male alla nostra salute mentale ed emotiva. L’impazienza ci può far diventare esigenti senza prendere in considerazione il punto di vista degli altri. Di fronte a questo nostro atteggiamento, gli altri non si comportano nel modo che vogliamo noi, si sentono rifiutati e probabilmente prenderanno delle decisioni irrazionali. Questo potrebbe compromettere o addirittura fermare il nostro recupero, e sarebbe solo il frutto della nostra impazienza.

La pazienza era molto difficile per la maggior parte di noi prima del Programma EA. Volevamo quello che volevamo, quando lo volevamo. Quando non arrivava immediatamente, l’ansia, la paura e la depressione si aggiungevano alla nostra miseria.

Il bisogno di controllo può essere sintomo di impazienza. Non tolleriamo che qualcun altro sia un leader che possa prendere decisioni che ci riguardano. Vogliamo che tutto vada a modo nostro. Pensiamo che noi possiamo fare le cose meglio e più velocemente, e quindi perché lasciare che qualcun altro se ne prenda cura?

In EA diventa più facile cercare di rimettere in discussione il nostro bisogno di controllo. Il nostro Potere Superiore ci darà la pazienza e la forza per prenderci cura dei nostri difetti di carattere. Chiediamo al nostro Potere Superiore questa pazienza facendo il Primo, Secondo e Terzo Passo.

Gli strumenti di EA ci aiutano a sviluppare interesse per gli altri e migliorare le nostre relazioni. Impariamo a gestire le situazioni che prima ci avrebbero mandato in tilt e rovinato la giornata. Accettando l’umanità nostra e degli altri, impariamo la pazienza. E ci impegnamo nel Programma un giorno alla volta. 

Questo ci porta ad acquisire pian piano un sacco di pazienza con noi stessi e ciò vale molto.

Tutte le cose buone e belle prendono tempo, il loro tempo. Perché pensare che tutte le cose dovrebbero obbedire alla nostra volontà ed essere fatte appena lo vogliamo noi? Siamo noi incaricati di quando le cose devono essere fatte? E’ realistico pensare ciò? Considerate quanto tempo ci ha preso costruire il nostro magazzino di difetti di carattere.

Il recupero non va pensato come una gara di corsa. Non c’è competizione. È fatto di piccoli passi, uno alla volta. E talvolta torniamo pure indietro di uno o due. 

Il segreto è continuare incessantemente e deliberatamente a fare quei piccoli passi e accettare la lentezza senza impazienza.

La pazienza è un incentivo alla serenità, nostro scopo finale. Dobbiamo imparare a essere pazienti con la vita e specialmente con noi stessi.

La tua emozione sentinella

SERENITÀ

Cos'è la Serenità

Tutti cerchiamo la serenità, ma che cos’è esattamente? La serenità può significare molte cose, ma non è facile da definire. Per farlo, ci è spesso più facile usare altre parole, come calma, quiete, compostezza. Se guardiamo coloro ai quali riconosciamo il dono della serenità, possiamo trovare altre risposte. 

Sereno è qualcuno che sa come comportarsi con problemi che sembrano schiaccianti o con osservazioni molto spiacevoli, o qualcuno che ha ricevuto dei commenti esageratamente critici e non ne è rimasto turbato. E’ bello sapere che ci sono persone alle quali possiamo ispirarci per superare le nostre reazioni negative in situazioni difficili. In realtà, la serenità possiamo trovarla ovunque, se la cerchiamo. Per esempio, immaginate di essere su un ascensore. Siete ansiosi di uscirne perché qualcuno vi sta urtando più volte da dietro. Vorreste voltarvi per vedere chi vi sta spingendo ma l’ascensore è troppo affollato. Così state fermi e zitti. 

Quando uscite dall’ascensore, scoprite che la persona che vi toccava è cieca e che il suo bastone vi stava urtando senza che neppure se ne accorgesse. Il fatto che  abbiate scelto di rimanere calmi e di non perdere la pazienza è di sicuro un segno di serenità.

La serenità riguarda quasi sempre l’agire o il reagire senza risultati negativi. Impegnarsi in questo ci aiuta a raggiungere il nostro primo obiettivo in EA, e cioè il convivere con problemi irrisolti. Visto che il successo raramente arriva senza sforzi, la nostra ricerca di serenità ci richiede di intensificarli. Dovremo cercare di cambiare tutto ciò che è possibile ed evitare ogni impedimento alla serenità come rabbia, risentimenti o autocommiserazione, tanto per citarne qualcuno. Usiamo la preghiera della Serenità per attraversare situazioni difficili. Le condivisioni positive nelle nostre riunioni ci mostrano spesso la via alla serenità.

Un impegno costante e tenace ci aiuterà a mantenere un atteggiamento positivo nell’affrontare le prove della vita. Più di tutto, cerchiamo di evitare quei trabocchetti come avere esageratamente paura o pianificare aspettative troppo alte. Più alte sono le nostre aspettative, più bassa sarà la nostra serenità.

Se abbassiamo le nostre aspettative, accresciamo la nostra serenità. Possiamo diminuire paura e autoinganno se impariamo a conoscere noi stessi e ad essere consapevoli del modo in cui è probabile che reagiamo a brutte notizie o ad eventi drammatici. 

Se cambiare quello che possiamo cambiare non porta ai risultati desiderati e abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, allora possiamo arrenderci come suggerito nel Terzo Passo, sapendo che questo ci porterà un profondo sollievo e all’idea che tutto andrà come deve andare. 

In realtà, se mettiamo l’accettazione in prima fila nella lista delle nostre priorità, la serenità arriverà molto più velocemente. Dovrò sempre ricordarmi che l’unica persona che posso cambiare è me stesso. Quando mi sento male è perché ci sono persone, luoghi o cose inaccettabili per me e non posso trovare alcuna serenità finché non li accetto esattamente come sono.  Non ho bisogno di concentrarmi molto su ciò che deve essere cambiato nel mondo, ma su ciò che ho bisogno di cambiare in me stesso e nei miei atteggiamenti. 

Cambiare il passato è impossibile e chi può sapere come sarà il futuro? Spreco il mio tempo se cerco di cambiare gli altri o gli eventi. Devo mantenere me stesso nel presente.

Perché dovremmo lottare in ogni momento? Nel passato abbiamo certamente sentito dei nostri amici suggerire che le battaglie vanno scelte, dal momento che alcune non vale proprio la pena combatterle. 

Andarsi a riguardare i nostri Motti, i Passi e la letteratura EA può esserci d’aiuto nel costruire la nostra serenità. Per esempio, il secondo Solo per Oggi dice che la mia felicità non dipende da quello che gli altri dicono o fanno o da quello che succede intorno a me. 

Possiamo aiutarci molto impegnandoci per acquisire stima e fiducia in noi stessi. Un membro anziano di EA ha detto “Mentre sto male e non dormo grazie ai miei risentimenti e pensieri di vendetta, l’altra persona sta dormendo profondamente, completamente inconsapevole dei miei turbamenti.”

Talvolta dobbiamo solo visualizzare qualcosa affinché ci possa capitare. Perché non provare con la serenità? Possiamo visualizzare qualcosa come delle onde che gentilmente lambiscono una spiaggia. O anche della musica rilassante può aiutarci.

Mettere in pratica ogni giorno un pezzettino di Programma ci può aiutare a costruire una pace durevole della mente. Possiamo fare molte altre cose. Per esempio, possiamo osservare il nostro progresso nel recupero emotivo, concentrarci sulla parte positiva e lavorare con gli altri nel Programma EA.

Alcuni segnali ci indicheranno che siamo vicini al nostro scopo. Quando le cose che un tempo ci affliggevano non ci turbano più, sapremo che ci stiamo avvicinando alla serenità. 

Ci siamo sentiti rifiutati? Usiamo il suggerimento che dice “ Non prendere ogni cosa personalmente”. Questi sforzi quotidiani ci aiuteranno a vivere in pace anche con problemi irrisolti e ci faranno vedere gli altri con gentilezza. 

Questo permetterà alla serenità di annidarsi nella nostra vita, un giorno alla volta.

 

     I SEGNI DELLA SERENITA’

 

Accettazione

Calma

Confortevolezza

Compostezza

Contentezza

Armonia

Pazienza

Pace della mente

Riconciliazione

Leggerezza

Tranquillità

La tua emozione sentinella

SOLITUDINE

Cos'è la Solitudine

Il dolore di sentirsi soli.

Se avete sofferto di solitudine, non siete i soli. Molti di noi in EA conoscono bene il dolore del sentirsi soli. Conosciamo l’esperienza del sentirsi disconnessi da famiglia e amici. Conosciamo la tristezza che si prova quando ci si guarda intorno e si vede che gli altri stanno procedendo nella loro vita mentre noi siamo rimasti indietro come se stessimo guardando un treno che parte e noi siamo a terra fermi. 

Sì, conosciamo il dispiacere e la sofferenza di essere lasciati indietro. Arriviamo in EA e scopriamo che non siamo soli nella nostra solitudine. Possiamo essere sinceri, che è un modo per essere onesti, e riconoscere le nostre emozioni quando ascoltiamo amici EA  ammettere di provare sentimenti simili.

La solitudine è parte della condizione umana. Chi non si è mai sentito solo? Non c’è da vergognarsi per questo. Abbiamo scoperto che se sentiamo vergogna o imbarazzo per sentirci soli, ciò è unicamente dovuto al nostro giudizio, sempre critico verso noi stessi. Così, giusto per prevenire di aggiungere un problema ad un altro, ci permettiamo di lasciare andare l’autocondanna ed esercitiamo la libertà di scacciare i pensieri masochistici dalla nostra mente. Senza imbarazzo, possiamo ammettere “Sì, anch’io sto lottando con la solitudine.”

Solitudine e insani rimedi

Uno dei suggerimenti più efficaci e profondi del Programma dei 12 Passi è quello di guardare onestamente ai nostri difetti di carattere, ai pensieri negativi, ai comportamenti autosabotanti e ai nostri modelli disfunzionali.

Se vogliamo uscire dalla solitudine, dovremo fare un’onesta valutazione dei modi che mettiamo in atto per tentare di sfuggirla. E’ importante vedere chiaramente come cerchiamo di diminuire il dolore usando modi insani per nasconderlo, evitarlo o ignorarlo inutilmente. 

Attraverso questa autoconsapevolezza possiamo scoprire che inavvertitamente abbiamo peggiorato la nostra solitudine attraverso maldestri modelli di pensiero, comportamenti e parole. Potrebbe essere d’aiuto riflettere su queste domande: Cosa succede nella mia vita quando mi rendo conto di essere solo? Quando mi sento solo, che cosa tento di fare o dire a me stesso? In che modo cerco di tenere a bada la mia solitudine? Le mie parole, i miei pensieri, i miei comportamenti sono di aiuto o no? Ecco alcune risposte disfunzionali alla solitudine:

 

– mangiare troppo

– spendere esageratamente

– isolarsi

– sesso indiscriminato

– guardare troppa TV o Internet

– perdersi in un mondo fantastico

– autocurarsi con alcool o droghe

– attaccarsi agli altri

– resuscitare relazioni tossiche

– parlare troppo e dominare la conversazione

– far finta che ogni cosa sia a posto, permettendo così        alla disperazione di dilagare segretamente

– autocommiserarsi

– pensieri di suicidio

 

Risolvere la solitudine 

Anche se abbiamo guardato molto a fondo ai problemi della solitudine, EA non è pensata per focalizzarsi sui problemi. Piuttosto, siamo bravi nel cercare soluzioni. Alcuni di noi hanno trovato utile mettere in pratica questi atteggiamenti.

 

– Prendersi la responsabilità della propria felicità.

In EA ci riuniamo insieme per fare il Programma e supportarci l’un l’altro. Tuttavia, stiamo attenti di non aspettarci che un’altra persona possa renderci felici. Cerchiamo di avere una sana vita emotiva, riconosciamo che delegare al partner, a un genitore, a un figlio, a un amico la responsabilità della nostra realizzazione non ci porta alla completezza emotiva che cerchiamo. Capiamo che siamo gli unici responsabili della nostra felicità.

 

– Capire i nostri pensieri.

Quali pensieri mi hanno portato a soffrire di solitudine?

Possiamo riflettere su questa domanda mentre lavoriamo sul 4° o 10° Passo (i passi dell’inventario personale). Inoltre, possiamo parlare di ciò con un amico EA o con il nostro sponsor. Non è utile comunque scavare dentro di sé in modo ossessivo alla ricerca di tutti i fattori che possono avere contribuito alla nostra solitudine. Se solo ne scopriamo uno significativo e cerchiamo di porvi rimedio, per questa giornata è più che sufficiente.

 

– L’accettazione di sé stessi guarisce la vergogna.

L’accettazione è un fattore chiave nella salute emotiva. E’ stato detto: “Conosci te stesso, ama te stesso, sii te stesso.” La fratellanza di EA è un posto sicuro per tirar fuori le proprie vergogne alla luce di una comunità che le capisce e le accetta. E quando accettiamo sinceramente noi stessi, dipendiamo meno dall’accettazione degli altri, e in questo modo impariamo a godere semplicemente della compagnia degli altri senza aver bisogno della loro approvazione. Diventiamo capaci di essere un buon amico piuttosto che cercare disperatamente un buon amico. Possiamo prenderci cura degli altri senza aver bisogno che questa cura ci venga restituita.

 

– “Ho bisogno degli altri”.

Questo slogan di EA riconosce la vitale importanza di riunirsi insieme come comunità, che sia faccia a faccia o tramite altri mezzi, come il telefono o internet. Ogni gruppo EA ha il potenziale per diventare una vera comunità di amorevole supporto caratterizzata da pazienza, comprensione, perdono, celebrazione della gioia dell’altro e condivisione di pesanti fardelli.  Siccome cerchiamo la salute emotiva, riconosciamo il bisogno che abbiamo di altre persone ma tuttavia sappiamo che nessuno può renderci felici né può essere il permanente punto fisso che risolve la nostra solitudine.

 

– Rivolgersi a un Potere Superiore.

EA non è un programma religioso, ma è certamente un programma spirituale. Come tale, ci suggerisce di rivolgerci a Dio così come noi possiamo concepirlo, come la fonte finale della nostra guarigione e completezza, per aiutarci ad affrontare la solitudine. Qualsiasi sia il nostro concetto di Potere Superiore, sappiamo che è una disciplina importante crederci e applicarlo nella pratica quotidiana dell’Undicesimo Passo nella quale cerchiamo “attraverso la preghiera e la meditazione di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio…” In questo modo, lentamente ma naturalmente e gentilmente ci dissociamo dalla nostra solitudine e ci identifichiamo come persone con una dignità innata e incondizionata.

– Onestà e apertura di sé stessi.

Qualcuno ha detto “Nessuno ci rende così soli come i nostri segreti”. La tradizione dei 12 Passi riconosce la saggezza di portare le nostre personali battaglie fuori dall’oscurità dell’isolamento, verso la luce di una comunità di cui ci fidiamo. 

In EA siamo invitati a condividere onestamente i nostri fardelli con altri compagni di gruppo EA, con gli amici e con il nostro sponsor. 

Una parte di guarigione può avvenire attraverso la parola. In un certo modo, questa condivisione tende ad alleggerire il peso della solitudine quando ammettiamo onestamente ad un altro essere umano che:

“Ho sperimentato la solitudine”.

“Non ho sufficienti vere amicizie”.

“Ho bisogno di maggiore intimità”.

 

– Fare atti di servizio.

La letteratura EA offre dei suggerimenti di cose da praticare nei nostri 12 Solo per Oggi. Nei suggerimenti è incluso l’essere di servizio agli altri come dicono il Quinto e il Sesto passo.

Questi semplici inviti ci spingono ad uscire dalla nostra autocommiserazione ed egocentrismo avvicinandoci ad un altro essere umano con un sincero gesto di compassione e amicizia.

Quando impariamo a servire gli altri scopriamo che i nostri sentimenti di solitudine anche se non scompaiono del tutto, diminuiscono di sicuro. 

Non abbiamo bisogno di sapere perché questo accade, sappiamo che funziona e che è un modo più sano di vivere. 

Forse è vero il detto “il modo migliore per aiutare sé stessi è aiutare qualcun altro”.

 

– Una nuova libertà e felicità .

“Conosciamo una nuova libertà e una nuova felicità” dice la prima delle 12 Promesse. Può la solitudine essere curata, una volta per tutte? Non rientra nei nostri scopi cercare la perfezione, ma il miglioramento. Che la solitudine possa essere risolta una volta per tutte non ci riguarda. 

Piuttosto, se continuiamo a lavorare i Passi e manteniamo un coinvolgimento attivo in EA, troviamo di certo una sempre maggiore liberazione dalla solitudine e possiamo scoprire quella magnifica cosa chiamata felicità.

 

      LA SOLITUDINE GUARISCE 

 

                    QUANDO L’AMORE CRESCE

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